III REPARTO MOBILE

Gli operatori del Reparto mobile operano su tutto il territorio nazionale e sono impegnati principalmente per garantire l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini durante le manifestazioni di piazza o sportive.
Sono sottoposti ad uno specifico addestramento che li pone in condizioni fisiche e psicologiche adeguate per sostenere situazioni a diretto contatto con i manifestanti. Sono di recente costituzione presso L'Istituto per ispettori di Nettuno, vicino Roma, dei corsi specifici per la tutela dell'ordine pubblico, voluti dall'allora capo della Polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza - prefetto Antonio Manganelli, proprio per offrire operatori sempre più preparati professionalmente.
Le loro particolari caratteristiche li candidano ad essere in prima linea anche nelle grandi emergenze. Infatti per la versatilità, la velocità di impiego e per le capacità professionali hanno prestato la loro opera anche in alcuni degli eventi più drammatici della storia recente del nostro Paese, come l'alluvione di Firenze, la valanga di fango e acqua che in Campania travolse i paesi di Sarno, Siano, Quindici e Bracigliano e, tornando ai nostri giorni, durante il terribile terremoto che ha distrutto la città di L'Aquila. In tutti questi casi sono stati impiegati per il soccorso e nell'importante opera di antisciacallaggio, per impedire ulteriori danni alle persone coinvolte nei tragici eventi.
Attualmente ci sono 15 Reparti mobili e sono dislocati nelle città di Roma, Torino, Firenze, Reggio Calabria, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bologna, Padova, Cagliari Senigallia Bari e Taranto.

Come si diventa un operatore dei Reparti Mobili

Per entrare a far parte di questo Ufficio è necessario prima diventare un poliziotto attraverso un concorso pubblico.
I vincitori del concorso vengono assegnati presso i vari istituti d'istruzione, dislocati in diverse regioni italiane, per la frequenza del corso di formazione. Al termine del corso di formazione si procede all'assegnazione presso i vari reparti e specialità, secondo le necessità delle sedi sul territorio. Pertanto è possibile essere assegnati come prima nomina presso questo reparto.

1948-1960: Reparti Mobili e Reparti Celere

Tra il 1948 e il 1960, erano presenti 20 Reparti Mobili e tre Reparti Celere.

All'interno di questi reparti, erano presenti dei battaglioni di soccorso pubblico in caso di calamità naturali. Una simile organizzazione fu studiata anche dalle polizie di stati stranieri.

I reparto mobile:Torino; II reparto mobile:Busto Arsizio; III reparto mobile:Piacenza; IV reparto mobile:Genova;V reparto mobile:Vicenza;

VI reparto mobile:Bologna; VII reparto mobile:Senigallia; VIII reparto mobile:Firenze; IX reparto mobile:Napoli; X reparto mobile:Foggia;

XI reparto mobile:Bari: XII reparto mobile:Catania; XIII reparto mobile:Palermo; XIV reparto mobile:Alessandria; XV reparto mobile:Peschiera del Garda; XVI reparto mobile:Parma; XVII reparto mobile:Foggia; XVIII reparto mobile:Vibo Valentia;XIX reparto mobile:Novara; XX reparto mobile:Cesena;

I Reparti Celere avevano la stessa organizzazione dei Reparti Mobili, ma erano considerati meglio addestrati ed equipaggiati. Nel 1947 c'erano tre Reparti Celere:

I reparto celere:RomaII reparto celere:PadovaIII reparto celere:Milano.

Dipendono dal Dipartimento della pubblica sicurezza ed in particolare dalla Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato, servizio per i reparti speciali, Prima divisione.

Ciascun reparto mobile è suddiviso in nuclei e squadre, e possono operare sull'intero territorio nazionale, senza alcuna limitazione. I reparti mobili sono attualmente 15 e vi prestano servizio circa 4633 operatori, di previsto incremento a 6.000. Ogni nucleo è costituito da 10 squadre, ciascuna composta da 10 operatori. I Reparti sono così disposti sul territorio nazionale:


  • I reparto mobile diRoma(7 nuclei)
  • II reparto mobile diPadova(4 nuclei)
  • III reparto mobile diMilano(5 nuclei)
  • IV reparto mobile diNapoli(5 nuclei)
  • V reparto mobile diTorino(4 nuclei)
  • VI reparto mobile diGenova(4 nuclei)
  • VII reparto mobile diBologna(3 nuclei)
  • VIII reparto mobile diFirenze(4 nuclei)
  • IX reparto mobile diBari(2 nuclei)
  • X reparto mobile diCatania(3 nuclei)
  • XI reparto mobile diPalermo(3 nuclei)
  • XII reparto mobile diReggio Calabria(3 nuclei)
  • XIII reparto mobile diCagliari(2 nuclei)
  • XIV reparto mobile diSenigallia(2 nuclei)
  • XV reparto mobile diTaranto(2 nuclei)

Il reparto mobile si suddivide in:

  • Direzione
  • Ufficio amministrazione
  • Nucleo amministrazione
  • Nucleo operativi
  • Nucleo antisabotaggio (presso il XII reparto mobile di Reggio Calabria)

La direzione è affidata, di norma, ad un primo dirigente della Polizia di Stato che si avvale di unvice dirigente con funzioni vicarie.

Presso ogni reparto mobile un'aliquota del personale deve essere costituita da specialisti di difesa NBCR nonché, in passato, anche da un sufficiente numero di agenti trombettieri, oramai scomparsi dato che ogni caricaviene attualmente preceduta e accompagnata dal suono delle sirene.

L'uniforme si compone in una giubba blu in tessuto aramidico con cerniera alle cui spalle compare la scrittaPOLIZIAin stoffa catarifrangente, pantaloni di colore grigio azzurro in tessuto aramidico, basco di colore blu con fregio (raffigurante l'Aquila dorata e scudo cremisi con monogramma "RI"), gilet tattico di colore nero nelle cui tasche è possibile stipare il munizionamento dei lacrimogeni e la radio. L'uniforme comprende, altresì, un maglioncino di colore azzurro a collo alto (nel periodo estivo viene sostituito con una maglietta a mezze maniche di colore blu con scritta Polizia), cinturone in cordura di colore blu e fazzoletto di colore cremisi che avvolge il collo (bavero), stivaletti anfibi di pelle nera.

In caso di freddo o pioggia l'uniforme può essere completata indossando la termofodera interna della giubba, il giaccone blu ingoretexcon termofodera inpile. Il personale dei reparti mobili porta sull'uniforme, secondo le modalità previste dall'apposito regolamento, loscudettodi specialità. In ogni caso è il questore, nell'ordinanza di servizio, ad indicare oltre alle disposizioni operative di carattere generale anche il tipo di uniforme, di equipaggiamento e di armamento delle forze impegnate.

Come equipaggiamento per l'ordine pubblico il personale è dotato dicascoda ordine pubblico azzurrou-bott,sfollagente, parastinchi, corpetto protettivo, guanti rinforzati,fondina chiusa per Beretta 92,maschera anti gas e scudo antisommossa. È inoltre dotato di lancialacrimogeniGL 40/90, PM 12/S e SC 70/90.

Dagli anni 50, la Celere iniziò a cercare di evitare lo scontro fisico con i manifestanti, ed era dotata di mezzi specializzati per il controllo delle sommosse, come gli idranti.

Nell'estate del 1953, i Reparti Mobili vennero schierati al confine con laJugoslavia, al culmine della crisi politica suTrieste; l'anno successivo, un distaccamento del 2º Reparto Celere (situato aPadova) fu il primo reparto militare italiano ad entrare aTrieste. Dalla fine degli anni 50, i Reparti Mobili iniziarono ad entrare nei Reparti Celere.

Con una nota del 18 luglio2012,[3]ilMinistero dell'Internoha deciso di formulare una bozza didecreto ministerialeconcernente l'organizzazione e le dotazioni di personale dei reparti mobili, nella quale fra l'altro, all'articolo 1, è prevista l'abrogazione del decreto del Ministero dell'Interno dell'11 febbraio1986. La bozza prevede anche un aumento del personale in organico (da 4700 a 6000 unità) e una rimodulazione del numero di nuclei presenti nelle 15 sedi dei reparti attualmente in funzione a livello nazionale[4]. Dopo gli scontri di piazza, avvenuti nel novembre del2012, l'operato dei reparti mobili è stato nuovamente messo sotto accusa per presunte violenze inflitte su manifestanti inermi, tanto da riportare alle cronache la questione riguardante l'identificazione degli agenti impegnati nell'ordine pubblico.[5]

I Reparti Mobili hanno prestato la loro opera anche in alcuni degli eventi più drammatici della storia recente italiana, come l'alluvione di Firenze, la frana che in Campania travolse i paesi di Sarno, Siano, Quindici e Bracigliano e, tornando ai nostri giorni, durante il terremoto che ha colpito la città di L'Aquila. In tutti questi casi sono stati impiegati per il soccorso e nell'importante opera di antisciacallaggio, per impedire ulteriori danni alle persone coinvolte nei tragici eventi.